Vi ricordate lo scorso anno?
Quando tutte noi abbiamo pianto e riso alla mia lettera aperta per Margherita….?
Ah che momenti, quando ancora le gioie di essere madre si riducevano a una semplice cena davanti alla tv. C’era quell’odiosa di Peppa Pig, due cartoni in croce, la nutella e parco giochi a chili. Io avevo i miei drammi quotidiani e poi arrivava Lei con i suoi sorrisoni e i suoi piccoli capricci a colorarmi la vita.
Perchè quella era vita. Ora, non capisco.
Dodici mesi. Non sono tanti, sono pochini. E Margherita non è un Gremlins, non può esserci stata una trasformazione così repentina. Dov’è la mia giovane e paffutella figlioletta? Chi è codesta giovine ragazza che attanaglia ogni giorno anima cuore e palle che io manco ho?!
Perchè ormai mi sembra di vivere dentro un grande “the Truman Show”, dove tutto è calcolato nei minimi dettagli per farmi cadere in trappole linguistiche (balbuzia) o in azioni punitive senza senso.
La crescita. Mortaccitua.
Ecco, esaurendo così velocemente lo stato d’animo che mi ritrovo in questo ultimo periodo, mi accingerei a elaborare una lista-vendetta nei confronti di questa strana erede in fase pre/sub/ancora pre/adolescenziale.
In fondo questo è il quarto potere, no?!
Io scrivo. Io sputtano.
Io attendo la lettura del qui citato elenco ai suoi diciotto anni.
Io cattiva?
Altrochè.

1) “Mamma ti prego, io non sono quel tipo di donna.”
Ok. Punto primo, lo so, tu sei molto diversa da me, io ho 10 tatuaggi e tu neanche ti vuoi mettere un paio di scarpe da ginnastica, lo so, sei come nonna, vuoi truccarti, il capello lungo e le scarpe il cui rumore possa simulare un tacco 12, ma tu, tu ancora non sei una DONNA! Per cui, ma perchè non riesci a ubbidire e a infilarti quel pantalone lì, non devi andare alla prima a Cannes, devi correre a scuola.
2) “Chi è chi è chi è chi è chi è chi è chi è chi è?????????????”
Ci fosse una, ma neanche una, mezza volta in cui la presenza contemporanea della sottoscritta, più quella dell’erede, allo squillo di un telefonino, non si debba PER FORZA unire all’interno di un circuito colloquiale dove domande a raffica della smilza si sovrappongano a più o meno fondamentali conversazioni con l’interlocutore dall’altra parte della linea. In sostanza: perchè i ragazzini di otto anni non si fanno più gli affaracci loro quando io parlo al cellulare?!
3) Correttore automatico per una genitorialità dimenticata a casa
Che tu sei stanco no? Allora arrivi a casa dopo una giornatina niente male a lavoro, no? E poi fai che ti vuoi rilassare, no? E infatti pensi “uh, ho una figlia, ma ora tanto è grandina, ordino pizza e birra e concludo la serata in relax, no? E poi magari apro una bolletta e mi accorgo che il conguaglio annuale è giunto a gamba tesa a sfondare il mio conto in banca e tu dici “porca troia”, no? Allora. Tutto molto normale, no?
E perchè mai, dunque, mi deve accadere questo:
– cosa hai detto?
– niente.
– non è vero.
– ok, ho detto porca paletta.
– non è vero.
– ok, ho detto una parolaccia, ma è perchè lo stato ci vuole fregare.
– non si dice fregare.
– ci vuole rubare i soldi.
– ma tu li hai.
– si ma cosa c’entra.
– che devi pagare e smetterla di dire parolacce, non puoi farlo, sei una madre, devi dare il buon esempio.
– si, ho capito, ma mi potrà rodere il cu… il chiccherone.
– non si dice chiccherone.
– MA COME?! ORA NEANCHE CHICCHERONE?????
– puoi dire “ho perso la pazienza”
– davanti un conguaglio dell’ Acea?
– davanti a tutto. Ah, ti ho sequestrato le sigarette. Oggi ti ho visto, fumi troppo, te le ridò domani mattina.

4) Ora bimba-ora adulta-ora bimba-ora adulta
Quella cosa che noi amiamo chiamare “oddio scusate, ma sto in preciclo”, una bambina di otto anni lo vive quotidianamente. E’ come se vivesse questa situazione emotivo-sociale-fisico, di continuo. E’ sempre il giorno appena prima. E quindi se un attimo prima era pupetta e scorrazzava felice macchiata di gelato, il minuto dopo quasi sbatte la porta dietro di se per ascoltare a tutto volume Smells like teen spirit dei Nirvana. Poi ricomincia, anima da innocente, umore da tormentata. Tu in mezzo. Non puoi più comportarti da genitore di cucciolo, ma non hai neanche le basi e la corazza giusta per affrontare un ragazzo disturbato quale l’adolescente. Vuole te nel lettone la notte, ma poi ti fa il verso davanti alle altre amiche.
Morale della favola: mamma ti amo, ma sei una stronza.
5) Come te, nessun fisico mai
Ansia, paura e crisi di panico. Le guardi ogni giorno. “Ok, nulla in vista, vado a dormire.” MA, tu sai, tu conosci bene il fisico di una donna ancor prima di essere tale, sai che procede per piccoli insignificanti gradi, sai che nel momento in cui la fronticella della tua amata figliola si ricoprirà di uno strato di unto venuto da non si sa dove, la tua vita cambierà per sempre, perchè dalla fronte tutto si espande e tutto prende nuova forma.
E tu queste cose fino a ieri non le pensavi; poi basta una semplice frase: “Mamma mi compri il toppino da tezenis” e tu muori sul colpo perché hai capito che Questa la canotta di Prenatal proprio non la vuole più.
6) Conto in banca arcobaleno
Perché pensano che tu sei un Dio e quindi hai anche il portafoglio a credito illimitatotantovoglioquellacosalielachiedofinoallassillo. Giovine donnina, come faccio a farti capire che non è così, che poi mi pianti il muso all’ingiù, gli occhioni da gatto con gli stivali e la voce di Banderas, le mani a preghieruccia pretendendo la luna?! Ma non potevi continuare a chiedere figurine dei Cucciolotti?! Ma proprio proprio e di già di già il cappotto da duecento euro vuoi?
7) Freud ti prego aiutami tu
“Pensavo a una cosa mamma, posso costruire un gran palazzo, e ci ficchiamo tutti lì dentro, perché io so che tu ami Lui, e tu e papà siete separati e papà ora ama Lei, ma non possiamo fare due entrate da una parte noi dove c’è anche un’altra entrata da dove entra Lui perché così poi quando mi fai il fratellino anche Lui/papà può venirlo a trovare e allora poi mangiamo tutti insieme e sarà sempre una grande festa?
8) Miti e divinità, questi conosciutissimi
La genitorialità e l’essere genitore credo si basi non tanto sull’esperienza o la trasmissione, ma su quanto hai costruito in qualità di passioni prima di avere un figlio. Perché sostanzialmente sono solo quelle che ti spingono a donare determinati valori ai tuoi nani: la curiosità, l’originalità, l’intraprendenza. Vi ricordate la prima volta al cinema? Non siamo tornati tutti quanti a casa facendo finta di essere maghi? O principesse? Questo perché il nostro adulto di riferimento di solito, amante della visione di un buon film, ci prende e ci riempie del suo magico mondo, che da lì a poco diventerà anche il nostro. Noi bimbi eravamo tabula rasa. Loro grandi i nostri maestri di vita.
Ma allora perché adesso Mia figlia conosce già tutto? Prende internet e mi precede, si piazza la sua musica, mi elenca i suoi attori, contempla perfetti ragazzi di gel per capelli vestiti.
Che poi va pure bene.
Il dramma è che ha iniziato esattamente quando io ancora giocavo con le Barbie.
Corrono questi figli.
Corri tu mia dolce erede, corri e cominci ad alzare gli occhi al cielo e il tono della tua voce. Provi e ci riesci a scontrarti con me; calcoli i tuoi limiti e le tue forze.
E io non sono pronta. Perché fra quattro giorni fai otto anni, fra quattro anni dodici e poi diventerai grande e amerai la tua vita con un cuore diverso, e mi darai la mano per sorreggermi e non per farti aiutare…
Chissà se ce la farò.
Per il momento roccherròl.