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4 cose che dobbiamo imparare dalle mamme del mondo

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Ogni paese ha le sue regole per educare i bambini e indirizzare la loro crescita, ma siamo sicuri che non sia meglio guardare le mamme del mondo per migliorare la vita dei bambini italiani?

Educare imparando dalle mamme del mondo
L’educazione di un bambino forma l’uomo e la donna del futuro

Non sono solita puntare il dito sulle mamme italiane, anche se c’è da dire che in molte cose ci distinguiamo non in positivo, cosa che ora mi è molto più evidente abitando fuori dall’Italia ed entrando in contatto con mamme di tutto il mondo.
Un eccesso di coccole e protezione che finisce per rovinare i nostri piccoli, specie se maschi, è purtroppo una delle caratteristiche che ci contraddistingue, come anche l’eccessiva ansia e apprensione nell’affrontare malattie o anche nel lasciare un minimo di indipendenza ai piccoli.

Tendiamo a guardare negativamente quello che ci circonda credendo nella nostra verità come a una verità assoluta e immutabile, ma forse faremmo bene a guardare e imparare anche dal resto del mondo e qui non si parla di dicerie, ma di veri studi scientifici che dimostrano che lo stile di vita di alcuni bambini è nettamente migliore e salutare rispetto ad altri… anche al nostro.

I bambini giapponesi stanno meglio dei coetanei

Educare imparando dalle mamme del mondo
Aumentano le iniziative Bicibus e Piedibus: forse qualcosa stiamo imparando

Un esempio è lo studio pubblicato sulla rivista The Lancet che dimostra come i bambini giapponesi conducano un’esistenza decisamente più salutare rispetto ai loro coetanei nel resto nel mondo. Da cosa viene dedotto tutto ciò: un primo punto è dato dalla loro dieta basata su vegetali, riso e pesce.

Quello che maggiormente colpisce sono le abitudini decisamente meno sedentarie dei giovani: il 98% raggiunge la scuola in bicicletta (quasi la totalità), in Italia i bambini che vanno a scuola da soli sono solo il 7%. Potremmo obiettare che le nostre città sono poco affidabili e anche poco attrezzate per ciclisti e pedoni, ma forse è il caso di puntare il dito sulla nostra abitudine a utilizzare l’auto anche per tragitti di poche centinaia di metri.

Cosa possiamo imparare dalle mamme del mondo

Sono molti gli aspetti che potremmo migliorare e questo non perché siamo cattive madri, ma perché abbiamo un retaggio culturale diverso, difficile da abbandonare, ma che da qualche parte fa acqua. Tocca a noi modificarlo in base alle esigenze di oggi.
Vediamo insieme qualche cambiamento possibile nell’educazione dei bimbi italiani:

1- Non avere paura del freddo

Educare imparando dalle mamme del mondo
Mai chiudere in casa il bimbo in inverno, coprirlo bene e lasciarlo giocare all’aria aperta è fondamentale al rafforzamento del sistema immunitario

Ormai è risaputo, lo urlano ai quattro venti anche pediatri e dottori di settore: il freddo non è un problema e una scusa per barricarsi in casa. Sarà che non siamo abituati al freddo eccessivo e ai lunghi inverni e per una giornata di temperature basse possiamo anche chiuderci in casa, ma barricare il bambino tra quattro mura solo perché non è estate non fa che creare danni. Trasferendomi in nord Europa ho capito una cosa: nell’armadio di un bambino non può mancare una tuta da neve. Noi la concepiamo solo per la settimana bianca, qui è una necessità: il bambino è ben coperto e può uscire di casa con qualsiasi temperatura.

Nelle scuole dei paesi più freddi viene richiesto, oltre il normale cambio di abiti, anche di lasciare una tutina da neve a scuola in modo da poter uscire liberamente per attività all’aperto anche con temperature più rigide.

2- Aumentare il contatto fisico

Educare imparando dalle mamme del mondo
Giusto o sbagliato, soprattutto i neonati hanno bisogno di contatto fisico

Paradossalmente copriamo il nostro bimbo di eccessive attenzioni, ma limitiamo il contatto fisico credendo che questo lo vizi, cosa che ci viene ripetuta anche dai pediatri.
Con questo si può essere più o meno d’accordo, perché in effetti molti bambini tenuti troppo in braccio sembrano poi abituarsi più a quello che al passeggino creando molti problemi alle mamme.

Studi dimostrano invece che il contatto su un bambino molto piccolo, con una fascia porta bebè per esempio, è una sorta di antidoto naturale ai malanni e ai bisogni del piccolo, del neonato che ha necessità di contatto fisico non per vizio, ma per necessità di nutrimento non solo fisico, ma anche emotivo.

3- Educare alla manualità

Educare imparando dalle mamme del mondo
Giochi e manualità per stimolare la fantasia

Il gioco libero e la manualità servono per socializzare e darsi regole di gruppo, senza considerare come attività manuali stimolino la creatività e l’ingegno.
Il sistema scolastico finlandese è considerato tra i migliori al mondo e qui artigianato e gioco assumono una importanza fondamentale nell’orario scolastico dei piccoli.

4- Dare maggiore indipendenza

Educare imparando dalle mamme del mondo
Liberi di giocare

Qui dobbiamo decisamente migliorare: lasciare più indipendenza ai bimbi, fargli esplorare il loro piccolo mondo è fondamentale per creare spirito di indipendenza e sicurezza di sè.
E voi, cosa credete di poter imparare dalle mamme del mondo?


Tinture vegetali, tutti i benefici per la salute dei capelli (e non solo)

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Tingersi i capelli è uno degli sport preferiti dalle donne. Quante volte avete cambiato colore, avete scelto di provare una tecnica nuova per avere sfumature eccentriche o al contrario molto naturali? Purtroppo sono trattamenti invasivi e spesso la struttura delle nostre chiome ne risente. Ecco quindi che potrebbe esserci una soluzione: sono le tinture vegetali per capelli.

Perché utilizzare le tinture vegetali?

Vegetable Hair Dy
Tinture vegetali

Prima di tutto perché non contengono sostanze chimiche o tossiche. Sono eccellenti per le persone allergiche (sempre che non siate sensibili anche a sostanze naturali) e al tempo stesso si evita di inquinare. Un piccolo contributo all’ambiente non fa mai male.

Quali sono i benefici delle tinture vegetali?

colore capelli
Proteggono e nutrono i capelli
  • Non danneggiano la struttura del capello e tra l’altro non li seccano.
  • Non danneggiano la salute: le tinture chimiche influenzano il nostro sistema endocrino e alla lunga possono creare danni, anche gravi, alla salute.
  • Sono multifunzionali: da una parte ovviamente tingono, dall’altra idratano e riparano. Se decidete poi di comporle direttamente potreste creare una ricetta su misura, magari per sconfiggere la forfora o le doppie punte.
  • Sono sicure in gravidanza: nei famosi nove mesi sentirsi belle a cuor leggero talvolta non è fattibile. La maggior parte della mamme in attesa sceglie i colpi di sole per evitare di toccare la cute con prodotti che possono nuocere al feto. Benissimo, questo problema è facilmente superabile con una tintura vegetale.
  • Non sono permanenti, ovvero scaricano un po’ alla volta. Se amate cambiare spesso colore, saprete che non è possibile tingersi in continuazioni con nuance differenti senza che i vostri capelli acquistino colorazioni assurde. Questo genere di prodotto è il giusto compromesso per chi desidera rivoluzionare spesso il proprio look.

Coprono i capelli bianchi?

capelli bianchi
Capelli bianchi

Questo è il grande quesito ed è anche l’ossessione di chi tutte le mattine scopre un nuovo capello bianco. Le tinture vegetali sono abbastanza leggere. Come abbiamo elencato tra i pregi, si scaricano un po’ alla volta e di conseguenza non sono permanenti. Sui capelli bianchi non danno grandi risultati, mentre sono d’aiuto sui primi capelli grigi. Il consiglio, però, è quello di aggiungere sempre un prodotto fissativo. Ne basta davvero poco e purtroppo – in questo caso – dobbiamo chiedere un aiuto alla chimica.

Per nascondere in modo naturale i capelli bianchi leggi il nostro articolo.

Da quali ingredienti sono composte?

barbietole
Barbabietole per tinture 100% naturali

Possono avere una base all’Henné oppure all’olio. I coloranti sono estratti da fiori (camomilla e viole), foglie, radici e tuberi (per esempio le barbabietole o le carote), minerali (sale e ferro ossidato) e cortecce. Sicuramente le foglie sono quelle che tingono maggiormente.
Come scegliere? Dovete puntare sulla qualità: leggete quindi molto bene gli ingredienti e poi fate attenzione al costo. Spendere un pochino di più può garantire un colore più bello e con una durata maggiore.

Barbie, Playmobil, LEGO: la campagna mondiale #ToyLikeMe e i canoni estetici reali

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C’è già chi grida a gran voce che si tratta solo di un’ottima campagna di marketing, ma perché bisogna sempre e per forza pensare male?
4 body shape diverse (per intenderci bambole dalle curve sinuose), 7 tonalità di pelle, 22 colori degli occhi, 24 acconciature e innumerevoli outfit e accessori: queste solo le nuove Barbie Fashionistas proposte dalla Mattel, vi sembra poco?
E se la Mattel si è impegnata proponendo canoni estetici differenti e il più possibile simili a quella che è la quotidianità, Playmobil e LEGO sono andati ben oltre: personaggi in carrozzina o accompagnati da cani-guida.

#ToyLikeMe
Le disabilità e la LEGO

Certo, se vogliamo proprio dirla tutta la maggior parte di queste importanti decisioni sono state prese a seguito di una petizione mondiale nominata #ToyLikeMe, proposta su change.org che ha raccolto oltre 20.000 firme.

La petizione aveva l’intento di non escludere a priori e senza alcun motivo gli oltre 150 milioni di bambini nel mondo portatori di handicap dalle persone normalmente rappresentate nei giocattoli.

Ecco quindi il vero motivo per cui alla sessantasettesima edizione della Fiera del Giocattolo a Norimberga LEGO ha deciso di presentare all’interno delle sue nuove collezioni LEGO City le mini figurine in sedia a rotelle per sconfiggere i pregiudizi ancora troppo radicati.

#ToyLikeMe
Le bambole e la realtà

L’impegno e l’interesse a mostrare attraverso i giocattoli la realtà del quotidiano, però, di base oggi c’è: già a luglio, a Londra, LEGO aveva presentato per esempio la minifigurina di una persona anziana in sedia a rotelle.
Per quanto riguarda la Barbie, finalmente possiamo scegliere tra tre nuove taglie: petite, tall e curvy presenti in ben sette nuove tonalità di pelle.

Indipendentemente da quale siano state le vere ragioni di questo cambio di rotta, il risultato è certamente molto educativo per tutti e non solo: oggi molte altre case produttrici di giocattoli stanno ovviamente seguendo la stessa tendenza. Una fra tutte la Makies con una bellissima iniziativa: i giocattoli vengono creati sulla base di fotografie di bambini e bambine caricate sul sito www.mymakie.com dai genitori stessi.

#ToyLikeMe
Costruisci la bambola che più assomiglia a tuo figlio

Gli ausili, come protesi, sedie a rotelle, pompe per insulina e apparecchi acustici sono stampati in 3D e rendono le bambole estremamente realistiche.
Anche in questo caso le polemiche non sono mancate: molti gridano al pietismo, sarà poi il caso? Il concetto che dovrebbe passare è solo quello che ognuno di noi è fatto in un certo modo con le sue peculiarità ed è bello e giusto poter giocare con dei giocattoli che ci rappresentino il più possibile per quello che siamo.
Le polemiche ci saranno forse sino a quando esisterà ancora qualcuno che si ostinerà a un concetto sterile e chiuso del bello e del brutto: due opinioni, per altro, assolutamente opinabili e relative.

Di non opinabile, invece, c’è il fatto che su molti social, uno tra tutti Facebook, si vedevano sempre più spesso le fotografie dei giochi modificati alla meglio dai genitori in modo tale che i propri figli potessero davvero come tutti gli altri proiettarsi con assoluta semplicità nell’immagine di un personaggio dei giochi, così come abbiamo sempre fatto tutti senza esserci mai sentiti “diversi” o mancanti di qualche cosa.

Tre ville capolavoro di tre architetti illuminati

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Come sintetizzare la storia dell’architettura del ‘900? Grazie a tre case-icona di tre architetti che hanno fatto la rivoluzione totale del linguaggio costruito.

VILLE SAVOYE. Le Corbusier

Villa_Savoy
Villa Savoye. Poissy. Francia. @Cemal Emden

L’architetto svizzero più famoso del mondo, Le Corbusier, ha avuto una carriera illuminata, prolifica e trasversale e le sue opere sono capolavori immortali.
Villa Savoye si trova a Poissy, in Francia, è stata riconosciuta monumento nazionale e i Lego l’hanno omaggiata con un modellino, da montare ovviamente. E’ stata costruita tra il 1928 e il 1931.
E’ un manifesto architettonico in tre dimensioni, perché sono espresse le 5 regole formulate dal maestro della progettazione che hanno portato verso un nuovo mondo del costruire: 1- Pilotis, i pilastri 2- Toit terrasse, il terrazzo o tetto giardino 3 – Plan libre, la pianta libera 4 – Façade libre, la facciata libera 5 – Fenetre en longueur, la finestra a nastro.

original

LEGO. VILLE SAVOYE. Le Corbusier

Ville-Savoye-di-Le-Corbusier-2
Villa Savoye. Pois. Francia
Le Corbusier
Le Corbusier

VILLA TUGENDHAT. Mies Van der Rohe

Villa Tugendhat PHOTO BY LIBOR TEPLÝ
Villa Tugendhat. Brno, Czech Republic. 1930. @Libor Teplý

Brno, Repubblica Ceca. Villa Tugendhat è uno degli edifici più rappresentativi dell’architettura moderna.
E’ stata progettata negli anni 1928-30 dall’immenso architetto tedesco Ludwig Mies van der Rohe e oggi fa parte dell’elenco dei Patrimoni dell’umanità UNESCO.

I coniugi Tugendhat affascinati dal padiglione tedesco all’esposizione internazionale di Barcellona del 1929, contattarono l’autore, Mies van der Rohe, e gli  commissionarono una villa nello stesso stile. Nel padiglione, l’architetto introdusse per la prima volta alcune importanti innovazioni, ossia i principi di “pianta libera” e degli “spazi fluenti” che, attraverso l’uso di pilastri sottili, regalano una forte impressione di leggerezza e rivelano il carattere non portante delle pareti. Fu proprio questa rivoluzione di linguaggio architettonico che venne proposta per la villa, così i pilastri cruciformi portanti furono posti arretrati rispetto al perimetro della casa, “liberando la pianta” dal vincolo delle murature interne ed esterne.

Mies van der Rohe
Mies van der Rohe. @Libor Teplý

Durante il 1938 la villa divenne meta di profughi ebrei provenienti dalla Germania che vennero aiutati dai coniugi Tugendhat, sinché anche loro dovettero abbandonare la casa per rifugiarsi altrove. La villa venne requisita dalle truppe di occupazione diventando la sede delle SS a Brno. Nel dopoguerra venne riusata come asilo nido e solo dal 2012 è stata riaperta al pubblico.

Villa Tugendhat
Villa Tugendhat. @Libor Teplý

Mies van der Rohe ha progettato ovviamente anche gli interni curandone moltissimo i dettagli, in particolare le famose poltrone del soggiorno. Purtroppo tutto l’arredo originale è andato perduto, ma è stato ricostituito grazie a riproduzioni basate sulle foto d’epoca scattate da Fritz Tugendhat. In alcuni casi gli arredi sono stati ricostruiti dalle stesse ditte che ne costruirono gli originali negli anni trenta.

La villa ora appartiene al comune di Brno che organizza visite guidate per le quali occorre prenotare molti mesi prima. Per preservare i pavimenti in linoleum, a tutti i visitatori è richiesto di proteggere la suola delle scarpe e i tacchi a spillo sono categoricamente vietati.

Villa Tugendhat
Villa Tugendhat. @Libor Teplý
Villa Tugendhat
Villa Tugendhat. @Libor Teplý
Villa Tugendhat
Villa Tugendhat. @Libor Teplý

ENNIS HOUSE. Frank Lloyd Wright

Quando si pensa alle abitazioni progettate dall’architetto americano Frank Lloyd Wright (1867-1959), la prima a venire in mente è la famosissima Casa sulla Cascata. La sontuosa Ennis House, a Los Angeles, non è meno spettacolare, soprattutto per l’uso del tessile block, blocchi di calcestruzzo prefabbricato e fortemente decorati. La casa fu progettata per Charles e Mabel Ennis nel 1923 e completata nel 1924 ed è chiaro il riferimento aglil antichi templi Maya.

La Ennis House è un monumento municipale, statale e nazionale.

ENNIS HOUSE. Frank Lloyd Wright
ENNIS HOUSE. Frank Lloyd Wright

I registi della vicina Hollywood hanno ceduto più volte al fascino mistico della villa che è diventata set cinematografico già nel 1933 con Female. Nel 1982 diventa l’abitazione del poliziotto Rick Deckard (Harrison Ford) in Blade Runnerfilm di Ridley Scott. Gli esterni appaiono anche nella serie televisiva Buffy l’ammazzavampiri. E poi ancora gli interni in Karate Kid III – La sfida finale, Black Rain – Pioggia sporcaIl tredicesimo piano.

I videoclip “Why” dei 3T con Michael Jackson e “Vuelve” di Ricky Martin son stati girati nell’Ennis House.

Addirittura David Lynch ha  usato la villa di  Wright in Twin Peaks, per tutte le scene della soap opera chiamata Invito all’amore e, a una scala più piccola, il blocchi decorati sono stati usati per il fregio della porta del Club Silencio nel film Mulholland Drive. 

All’appello delle citazioni non poteva mancare Games of thrones.

Frank Lloyd Wright
Frank Lloyd Wright
Games of thrones in Ennis house
Games of thrones in Ennis house

 

La rapa bianca di Milano: cucinala arrosto

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La rapa bianca di Milano è una rapa particolarmente gustosa, tipica di questo periodo. E’ povera di nutrimenti, ma molto diuretica, leggera e facilmente digeribile.
Risulta particolarmente resistente al freddo e le conoscenze le attribuiscono origine medio orientale.
E’ uno di quegli ortaggi quasi dimenticati, che difficilmente vediamo sulle nostre tavole, ma che vale la pena riscoprire per il suo gusto particolare.
Mangiata cruda risulta piccantina, mentre non appena cotta diventa dolce e delicata.
Sono conosciute spesso perché utilizzate per preparare il purè oppure consumate semplicemente bollite e condite.
Io ho provato a prepararle arrosto, per renderle più gustose e appetibili. Una ricetta molto semplice e velocissima da realizzare che però rende davvero appetitose queste rape bianche di Milano.

BIGODINO Arrosto di rapa bianca copia
La rapa bianca

Il risultato è un contorno succulento che ben si abbina con secondi leggeri come un hummus di ceci, una crema di cannellini o delle polpette vegetariane.
Versatili e veloci da preparare possono essere cucinate in anticipo e conservate in frigorifero fino al momento di servirle.

Dosi:

per 4 persone

Tempi di preparazione:

10 minuti

BIGODINO Arrosto di rapa bianca 1 copia
La rapa bianca arrosto

Tempi di cottura:

45 minuti circa

Cosa serve:

tagliere, coltello, pentola, carta stagnola da cucina, teglia

Ingredienti:

4 rape bianche di Milano

rosmarino, alloro e salvia freschi

100 ml di vino bianco

sale e olio evo

aceto balsamico

BIGODINO Arrosto di rapa bianca 5 copia
L’arrosto di sedano rapa

Procedimento:

Lavare le rape e metterle in una pentola di acqua bollente salata. Lessarle per una decina di minuti, scolarle e lasciarle raffreddare.
Affettare ciascuna rapa, senza dividere le fette completamente, in una sorta di ventaglio.
Guarnirle con aghi di rosmarino fresco, una foglia di alloro e un paio di foglie di salvia e riporle in un cartoccio di carta stagnola. Condire con olio extravergine di oliva e bagnarle con poco vino bianco.

Chiudere i cartocci e metterli in una teglia.
Infornare, in forno caldo, per mezz’ora a 200 gradi.

BIGODINO Arrosto di rapa bianca 2 copia
Come cucinare la rapa bianca

Appena pronte aprire i cartocci e servire le rape belle calde, condendo con aceto balsamico.

Consiglio. Se si desiderano più croccanti, aprire i cartocci verso metà cottura oppure passarle qualche minuto sotto il grill, al termine della cottura.

 

15 drammi organizzativi per un compleanno tragicamente imperfetto

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Ogni anno da otto anni il mese di febbraio prende sempre una piega strana, innaturale ed emotivamente discutibile.
Ogni anno da otto anni la mia me stessa, precisa e volenterosa di fare le cose con garbo e giudizio, si addormenta per far spazio a un P.R. pazza e sotto botta di morfina. Ella è chiaramente instabile, ma anche molto potente e riesce – non si sa come – a scavalcare ogni pregiudizio e a imporsi per organizzare a suo modo la festa di compleanno di mia figlia.

Chiariamo le cose; ovviamente sono io, ma una io che non esiste, che non c’è, però anche sì.
Una me che il primo febbraio emerge dalle ceneri del compleanno precedente e urla “arieccomi. Boni, ci penso io”.
Una me che mangia me e si appropria della mia vita, facendo caracollare ogni mio lavoro social diplomatico precedente.
Lei è un caterpillar con il mondo e un dannatissimo agnellino con mia figlia.
Lei ogni anno da otto anni mi rovina vita, amicizie e portafoglio, solo per ottenere una cosa: un tragicomica festa per Margherita.

Che poi succede sempre così: la mattina dopo il mega_zingaro_party mi sveglio, penso “mai più nella vita”, mi inietto questo concetto per undici mesi nella testa con la speranza di riuscire a organizzare una semplice merenda con quattro bimbe l’anno dopo e poi il nulla. Si ricomincia da capo. Ritorna il primo febbraio, la frenesia della mia metà pazza e un compleanno da Animal House.

compleanno 2
Illustrazione By Bezt

Dramma numero uno
La scelta del tema ovvero diventare la schifo copia di Chiara Ferragni

Si perché qui se ne parla già ad agosto. E se ne riparla poi verso la metà di ottobre e poi subito dopo Natale. Si sceglie il tema e poi uno si intrippa con cosa si può abbinare a cosa; vai su internet sfoderi la carta di credito e compri ogni cosa possa ricordare quel tema. Dici “no questo no, dai” e un secondo dopo è già a casa tua. Vuoi pensare a tutto, pensi a tutto e il compleanno non sembra più quello di tuo figlio, ma del principe d’Egitto. E più ti esalti, più diventi povera e poi dici “per mio figlio questo e altro”, peccato che di tuo figlio in quel momento non te ne frega nulla, vuoi solo il coordinato di tutto!!!!!
Quest’anno poi il tema non era per nulla sulla bocca di tutti, no no, era semplicemente STAR WARS! (che però a 32 anni, ma quando mi ricapita di avere una scusa così perfetta per comprare la teglia per torte di Darth Vader…!)

Dramma numero due
La scelta degli invitati ovvero diventare la schifo copia Paris Hilton

La tua vita fino a 20 giorni prima del compleanno di tua figlia è di solito semplice e tranquilla. Fino alla LISTA. Improvvisamente TUTTI ti sembrano familiari e indispensabili.
Ho fatto più figure di merda io con le liste degli invitati che Berlusconi con le sue barzellette diplomatiche. Non ci arrivo proprio a capire che è una catena; LA LISTA è così, se inviti “uno” devi invitare “due” e non puoi saltare direttamente al “tre”, altrimenti sei una perfetta stronza e non una che non ci pensa oddio mio vi prego scusate; no.
La mia vita è semplice, LA LISTA, è lei la fottuta bastarda.

Dramma numero tre
La scelta della musica ovvero diventare la schifo copia David Guetta

-“Mina, Zecchino d’oro per i balli?”
– “Ma tu sei pazza! Io voglio Justin Bieber” (adolescenza di centri sociali ufficialmente buttata al cesso).

Dramma numero quattro
La scelta dei giochi ovvero diventare la schifo copia di  Arturo Brachetti

Perché i giochi, mannaggia a me, devono essere affini al tema e allora boooom, vai con altre trenta euro da Tiger di cacchiate. Tipo l’anno scorso i pirati e giù con i tatuaggi, quest’anno manco ve lo dico che abbiamo creato. Giochi che poi vengono fatti dalla sottoscritta da otto anni davanti a tutti i genitori dei ragazzini. Io di solito sono paonazza, senza voce, credo anche di puzzare, in tuta perché non ho fatto in tempo a cambiarmi, struccata che urlo. Per carità, i ragazzini si divertono pure, è la mia autostima che scricchiola ferocemente davanti a quei papà a mani incrociate.

Dramma numero cinque
Party Planner ovvero diventare la schifo copia di Enzo Miccio

Mannaggia a me che faccio festoni, tovaglie, bicchieri, addobbi e pure a mano perché dico “Oh, lo sforzo qualcuno lo vedrà, dico, fatta eccezione di mia madre che poraccia è ogni anno spettatrice dei miei piani estetici, qualcuno vedrà l’originalità dell’allestimento, del fatto che tutto è diverso dalle altre feste, che ho preso un po’ di tradizione italiana e un po’ di innovazione americana, oppure tutti noncuranti mangeranno a sbafo i chili di pop corn che ho comprato?!”
[TUTTI NONCURANTI MANGERANNO SOLO I CHILI DI POP CORN CHE HO COMPRATO.]

Dramma numero sei
Le amiche della mamma (che sarei io)

Ormai è matematico. Per alcune delle mie amiche (mamme) è più facile venire alla festa di mia figlia anziché alla mia. Ora la cosa all’inizio mi faceva pesantemente rodere il chiccherone, ora mi mette gioia. Tutto merito allo yoga. Almeno loro, con il bicchiere di vino in mano alle cinque del pomeriggio, mi ricordano la mia età. Peccato che la stessa scena non sia proprio ugualmente gratificante per le altre. Mamme. Che mi guardano. E poi – mannaggia – chiedono acqua frizzante, CHE IO NON HO!

Dramma numero sette
Le amiche della figlia (che sarebbe Mina)

Ne ha di ogni dove. Scuola, piscina, palestra, musica, orchestra. Mo’ pure l’amica della cugina della zia di mi nonna è la tua migliore amica?!!?!?!!? E va bene…

compleanno
Illustrazione By Bezt

Dramma numero otto
I fidanzati reali e presunti della mamma e della figlia

Qui il primo passo per il manicomio. Si perché quando tu imponi una festa tutta al femminile (per Lei) e tua figlia piangente ti urla “perché tu al tuo compleanno non inviti Lui?!?!!? E allora perché io non posso invitare Egli?!?!!?!!?”
Ma tu che fai? Mori dentro e lo aggiungi, peccato che questo inneschi una concatenazione di merda per la quale invitando Egli, devi per forza sottometterti alla sua schiera di maschi succubi del sistema infantile elementare e invitare anche perfetti sconosciuti e magari dover omettere amici sinceri del sesso opposto. Praticamente faccio della questione di genere uno schifoso purè vegano.
Per non parlare di Lui (il mio, quello vero, perché l’altro, diciamocelo, fra due settimane è già bello che scordato), il quale viene e non solo viene, ma accoglie, sorride, saluta e poi pulisce e aiuta questa poveretta a portare a termine la giornata più lunga dell’anno. Direi un marito perfetto, ma tolgo tranquillamente il sostantivo “marito” lasciando solo “perfetto”.

Dramma numero nove
I regali

Scarta la carta. Chi inventò tale ruggito infantile, lo voglio morto domani, grazie.

Dramma numero dieci
La spesa

Già detto in passato. Compro sempre più birre che succhi di frutta. E più crostate che patatine. Deve essere un misto di infanzia e adolescenza mischiate ancora in circolo dentro di me….

Dramma numero undici
Quaranta persone in sessanta metri quadri (bagno compreso)

Il non calcolare che per ogni bambino invitato ci sia un genitore al seguito. Deve cominciare a essermi più chiaro, cazzo.

Dramma numero dodici
Famiglie allargate

Finire un gioco in salone con 12 ragazzini (vedi sopra) e prendersi due minuti di tempo e cercare un pertugio in terrazzo e vedere mio padre che cerca di barattare insieme al mio ex suocero le marmellate della nonna della nuova fidanzata del padre di mia figlia con mia madre che mangia pizza accanto al mio fidanzato che ride con mia zia.
Un funghetto allucinogeno, sarebbe stato meglio.

Dramma numero tredici
Cordiali saluti

Non saluto mai nessuno. Perché sono cafona? No. Perché sto pulendo? No. Perché raccolgo la carta dei regali per inserirla meglio all’interno del pertugio della mia cucina H-tech differenziata? No…
Semplicemente perché dopo tre ore di party e ansia che nessun bambino non sia morto, mi sparo una birra e non ricordo più nulla.
Non sono ubriaca, semplicemente il mio cervello batte il cinque con qualche luppolo e va a nanna e questo crea non pochi problemi.

Dramma numero quattordici
Pigiama party

– Mamma facciamo una festa?
– SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!
– Mamma poi qualcuno può rimanere a dormire ?
– SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!
–  Grazie, ma chi?
–  TUUUUUTTTTTTTTTTTTTTTTTTIIIIIIII!!!!!!!!!!

Tutto questo succede sempre ad agosto.

Dramma numero quindici
Sera leoni, mattina….

E poi ti svegli il giorno dopo. Con sei, sette bambini dormienti a casa in sacchi a pelo dai colori improponibili e neanche riesci ad associare il figlio a quale genitore. Sai che ti dovrai scusare di qui a poco con qualche mamma di figlio che non è stato invitato. Che vergogna. Che palle…  La festa è durata troppo, i bimbi sono cotti, ma eccitati, mangiano e bevono le rimanenze del pomeriggio prima. Tu sei col trucco calato, mal di testa e una seria di risposte a messaggi che la sera prima bella brilla hai inviato.

Tutti sono tipo “grazie a te”/”bella festa a presto”/”fammi sapere per la taglia se va bene (MA LA TAGLIA DI COSA; DI CHE!?!?!?!!?)

Barcolli. Qualcuno ha pulito. Tu se fossi andata al gay pride sul primo carro saresti stata meno indecente.

Tua figlia, dopo il culo che ti sei fatta, chiede solo biscotti. Tanto sai che ti ringrazierà fra tre giorni. Lo fa ogni anno.

Lo fa.

L’ha fatto.

Ora.

Mentre scrivevo.

Il bacio è arrivato e con lui il “Comunque è stata una festa fantastica.”

Perfetto.

Meglio tardi che mai.

Ci vediamo fra 11 mesi e mezzo.

Trend Alert: i tatuaggi da polso

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Se i tatuaggi grandi e magari colorati possono risultare esagerati, quelli piccoli sono così graziosi da destare sempre un certo fascino.
Decidere di farsi un tatuaggio significa voler imprimere sulla propria pelle un momento particolare della nostra vita, un nostro valore, motto o stato d’animo, certi che, anche se gli anni passeranno e magari cambieremo, quel segno sulla pelle ci ricorderà ciò che siamo stati.

Uno dei posti più sensuali per un tatuaggio di piccole dimensioni è sicuramente il polso che attira su di sé gli sguardi, ma richiede anche la consapevolezza che quel tatuaggio sarà sempre sotto i nostri occhi e difficilmente con bracciali, orologi o pullover a lunghe maniche sarà nascosto definitivamente.
Meglio quindi puntare su qualcosa di realmente significativo e che si adatti perfettamente al nostro stile e alla nostra personalità per non risultare mai un problema in outfit e occasioni particolari.

Vediamo allora insieme 10 idee da copiare subito se sei decisa a fare un tatuaggio sul polso.

Tatuaggi con piccola frase

PicMonkey Collage
Frasi per tatuaggio

Uno dei tatuaggi sul polso più diffuso è sicuramente una parola o una piccola frase che racchiude un nostro stato d’animo o una nostra caratteristica divenuta così importante da meritare di essere scritta per sempre sulla nostra pelle.

Tatuaggi con cuoricini

PicMonkey Collage4
Cuoricini per tatuaggio

Per le più romantiche, per quelle che mettono l’amore al primo posto interpretandolo non solo come sentimento nei confronti del proprio compagno, ma in senso più ampio come amore per la famiglia, per la vita o per il prossimo, uno o più cuoricini saranno perfetti.

Tatuaggi con fiocchetti

PicMonkey Collage10
Tatuaggio fiocco

Per noi donne che nascondiamo un’anima da bambine è davvero difficile resistere ai fiocchetti; li indossiamo sui cerchietti, sui pullover e a volte anche sulle collane e allora perché non indossarli al nostro polso per sempre?

Tatuaggi a bracciale

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Bracciale tatuato

Ci sono bracciali che diventano per noi una seconda pelle; passano gli anni, le stagioni eppure sono sempre con noi, perché magari hanno per noi un valore profondo.
E in questi casi possiamo affiancare al nostro storico bracciale, un tatuaggio che lo riproduce, certe che se dovessimo perdere l’originale il suo significato rimarrà impresso sulla nostra pelle.

Tatuaggi per viaggiatori

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Tatuaggi per chi ama viaggiare

Non so voi, ma io adoro viaggiare, scoprire nuovi posti, nuove tradizioni, nuove culture e guardare panorami mozzafiato ed è per questo che uno dei miei tatuaggi preferiti è sicuramente quello che rispecchia questa mia grande passione.
Tatuarsi il mondo, la bussola o addirittura un aeroplano significa voler esprimere l’emozione che si prova a ogni nuova partenza.

Tatuaggi con l’infinito

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Tatuaggio Infinito

Il simbolo dell’infinito la dice davvero lunga sulla personalità della persona che se lo tatua e può essere inteso in diverse accezioni che attireranno sicuramente la curiosità di chiunque poserà gli occhi sul vostro polso.

Tatuaggi con animali

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Tatuaggi di animali

Un gattino, un elefante o addirittura una gallina sono perfetti per le amanti degli animali che considerano gli amici a 4 zampe fondamentali nella propria vita.

Tatuaggi con albero

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Tatuaggi di alberi

L’albero rappresenta un po’ la vita e tatuarselo significa apprezzare ogni singolo momento vissuto con una grandissima fiducia nel futuro che verrà.

Tatuaggi con stelle

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Stelle tatuate sui polsi

Le stelle sono perfette per tatuaggi ricchi di significato positivo e carichi di speranza.

Tatuaggi con fiori

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Idee fiori per tatuaggio

Infine, i fiori sono davvero molto gettonati, in particolar modo le rose, simbolo di amore, bellezza e ammirazione.

 

Felpe over e look da passerella: l’accoppiata perfetta!

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Quest’estate torna di grande tendenza un capo che sicuramente vi farà tirare un sospiro di sollievo in quella che si preannuncia essere una primavera tutta giocata sui colori pastello, sui rosa, sugli azzurri e sull’oro. Di cosa sto parlando? Del capo più casual e confortevole che possa esistere: la felpa!
E credetemi se vi dico che, quest’anno, almeno in questo, la moda sarà dalla vostra parte: non si tratta infatti (solo) di felpe strette e striminzite, ma di hoodie boyfriend-style, ampie, over, comodissime e sopratutto calde, perfette quindi per le giornate di pioggia o per le serate ventose.

Il look proposto da Chiara Ferragni
Il look proposto da Chiara Ferragni
3 look con felpa di Chanel, Versace e Chloè
3 look con felpa di Chanel, Versace e Chloè

Le novità, però, rispetto alla solita felpona che tutti abbiamo nell’armadio e che tiriamo fuori nelle giornate “no” in cui non sappiamo proprio come fare per inventarci un outfit, sono due. Scopriamole insieme!

1) Maniche super lunghe e dettagli colorati

Look con Felpa di Alexander Wang e MSGM
Look con Felpa di Alexander Wang e MSGM

La felpa di questa primavera-estate è over in tutti i sensi: le maniche sono lunghissime, arrivano quasi sempre a coprire completamente polsi e mani, ma sopratutto sono lunghe e arrivano quasi all’altezza delle ginocchia. Anche le spalle sono abbondanti, mentre i designer si divertono a sperimentare creando stampe, patchwork di tessuti, disegni glitterati e scritte tridimensionali.

2) Abbinamenti da passerella

look da passerella di vetements, rykiel e Marc Jacobs
Look da passerella di Vetements, Rykiel e Marc Jacobs

Come abbinarle? Le opzioni quest’anno sono due: o in modo super casual e streetwear con jeans, leggings o pantaloni over, oppure in stile haute couture con gonne lunghe e sofisticate, stampe coloratissime, dettagli in pizzo o frange in pelle, tacchi alti e accessori glamour. Proprio in questo risiede la vera novità: la felpa non è più vista come un capo esclusivamente casual, maschile e lontano dalle passerelle, ma anzi la felpa, sopratutto se over size, viene proposta in abbinamento ad abiti, pantaloni e gonne di tendenza, ricercate e perfette per un cocktail party o per una cena elegante. Ecco quindi che la felpa diventa il perfetto sostituto di un cardigan elegante, di una blusa e di una camicia e arriva a dare un tocco casual e di carattere anche all’outfit più sofisticato.

 


Oscar: 5 consigli per fingere di aver visto tutti i film candidati

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La notte degli Oscar si avvicina e nell’ultimo mese ha monopolizzato le nostre conversazioni di appassionati di cinema. Per chi ama guardare film la consacrazione di un Oscar al proprio “preferito” è una sorta di soddisfazione personale. Ci sentiamo critici apprezzati con fiuto per le belle storie e il talento. Tuttavia, con più di 35 film in gara, potreste dirvi veramente preparati sulle nomination dei film agli Oscar 2016? Touchè.

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Mia Farrow in La rosa purpurea del Cairo

Quasi impossibile aver visto tutti i film nominati, anche per un problema di distribuzione nelle sale cinematografiche e soprattutto di tempo. Diciamolo, ci tenete a mantenere in salute la vostra vita sociale senza sembrare dei freak che parlano solo di cinema? Se la risposta è sì, vi torneranno utili questi 5 consigli per fingere di aver visto tutti i film nominati agli Oscar, per continuare a vivere al di fuori di una sala cinematografica e saper sostenere la conversazione a tema Oscar anche con i più preparati cinefili.

Punta a vincere facile

Guardate qualcuno dei film in gara, pescando nelle categorie principali come Miglior Film, Miglior Attore, Miglior Attrice, Miglior Regia. Meglio ancora se sono tra quelli con maggior nomination come The Revenant (12), Mad Max – Red Fury (10) o Spotlight (6). Di sicuro saranno quelli maggiormente battuti nelle conversazioni a tema Oscar tra amici e conoscenti.

Non tralasciare gli esclusi

Fa anche un po’ radical chic portare in ballo nella conversazione qualcuno dei film esclusi dagli Oscar. Ci sono titoli che durante l’anno sembravano meritare nomination come Miglior Film, ad esempio Star Wars – The Force Awakens o The Martian, magari li avete pure già visti. Se così non fosse rimediate e puntate sul vostro cavallo vincente escluso dalla gara, niente monopolizzerà di più la conversazione di un parere controcorrente all’Academy.

Segui la polemica

Se non hai visto il film seguine la scia polemica. Ad esempio il discusso Carol su una storia omosessuale tra una signora dell’alta borghesia e una giovane commessa che sogna una vita diversa. Non serve averlo visto che restare sulla superficie della polemica sul tema “scandaloso”.

Non nominare film che non hai visto

Semplificati la vita. Non nominare tu stesso film candidati agli Oscar che non hai visto a meno che non sia un veloce intermezzo all’interno della conversazione o che sia l’altro interlocutore a parlarne tutto il tempo. In quest’ultimo caso annuisci con convinzione.

Scegli un vincitore come Miglior Attore al posto di Leonardo DiCaprio

Ci stringiamo tutti attorno a Leo. ma sappiamo che non ce la farà neanche questa volta a vincere l’Oscar. Per fingere che abbiate visto tutti i film puntate su un altro vincitore come Michael Fassbender o Bryan Cranston sostenendo che “Leo merita l’Oscar però Bryan Cranston è stato eccezionale…”

Via Bustle

Come si cucina il risotto

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Cucinare il risotto è una questione di tecnica. Per amalgamare bene gli ingredienti, cuocere a puntino il riso e ammorbidire il tutto al punto giusto richiede conoscenza in materia. Ecco come cucinare correttamente il risotto e gli errori che non dobbiamo commettere.

La preparazione corretta

Risotto allo zafferano
Risotto allo zafferano

Usare la pentola giusta

Un buon risotto deve cuocere in modo uniforme. Per questo, non dobbiamo sbagliare a scegliere la dimesione della  pentola. Il riso non si può cuocere in una padella, poichè i chicchi si disperdono troppo, non consentendo una buona cottura. Non va bene neanche una pentola troppo alta e stretta, poichè il riso poi si ammasa e diventa più difficile mescolarlo. L’ideale è un tegame abbastanza largo,  che contenga agevolmente riso e brodo in uno strato alto due, tre dita.

Tritare finemente il soffritto

Le carote, la cipolla e tutte le verdure che si usano per fare il soffritto non devono essere tritate grossolanamente. Il sofritto non deve avere dimesioni maggiori rispetto al riso. Se sono troppo grandi, resterebbero crudi appesantendo il sapore del risotto. Il modo giusto per fare il soffritto è lasciarlo appassire dolcemente e al momento di aggiungere il riso, deve essere morbido e ancora chiaro. Il modo migliore per ottenere questo risultato è bagnarlo poco a poco di brodo caldo – ma  comunque, alla fine deve rimanere  piuttosto asciutto per cuocere con il riso.

Scegliere il momento giusto per iniziare a tostare il riso

La tostatura è ciò che fa la differenza fra un risotto e un riso bollito. Per tostarlo bene, dovrete prima far soffriggere la cipolla che deve cuocere, senza bruciarsi, unendo di tanto in tanto  acqua o brodo. Fate asciugare il soffritto prima di unire il riso e iniziare la tostatura.

risotto alle castagne 2 copia
Risotto

Versare del brodo di qualità

Per un ottimo risotto, anche il brodo che useremo per la cottura dovrà essere di qualità. Evitate quindi i dadi, granulari, gel o brik. Il brodo deve essere fatto in casa di pollo o di carne  – manzo, vitello.

Scegliere il burro

Il burro è imprescindibile in fase di mantecatura: aggiunto ben freddo al risotto, appena levato dal fuoco (insieme al parmigiano), si lega all’amido e crea la famosa cremina per cui il piatto è famoso in tutto il mondo. Se volete invece utilizzare l’olio per paura di appesantire troppo il piatto, potete usarlo nel soffritto iniziale.

Fonte: dissapore.com

Cosa dovresti sapere prima di mangiare il sushi e carpacci

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Sushi, sashimi, tartare, carpacci e marinati di pesce sono consumati da un numero sempre più crescente di prsone. Ma quanto sia sicuro consumare  pesce crudo o semi-cotto dipende da come è stato trattato quest’ultimo prima di essere servito a tavola. Ecco quali sono i rischi che corriamo e come evitarli.

I rischi

Il rischio è legato ad alcune malattie parassitarie, tra cui la più diffusa in Italia è l’anisakiasi, detta anche anisakidosi. Si tratta di una malattia causata dalle forme larvali  di nematodi ascaroidei del genere Anisakis, che vengono assimilate attraverso il consumo di pesci crudi, poco cotti o sottoposti a blandi trattamenti chimico-fisici non in grado di eliminare queste larve.

Le larve, resistenti ai succhi gastrici umani, riescono a impiantarsi nella mucosa gastrica e intestinale umana originando fenomeni infiammatori in forma acuta  – dolori addominali, vomito, nausea, diarrea  – o cronica. In alcuni soggetti si verificano anche sintomi allergici, occlusione intestinale, versamento nel peritoneo, ascessi gastro-enterici. Le larve possono addirittura perforare la parete gastrica o intestinale e migrare verso altri organi, generando sintomi molto aspecifici a seconda della loro localizzazione.

Dieta anti-aging
Sushi

Consumando pesce crudo si può incorrere anche nel Diphyllobotrium latum, che nell’uomo determina la zoonosi definita Botriocefalosi o Difillobotriosi. Il parassita adulto può vivere nell’intestino degli ospiti definitivi anche sino a 25 anni. Nell’uomo principalmente si fissa alla mucosa dell’ileo.

La sintomatologia interessa soprattutto l’apparato gastro-intestinale – nausea, vomito, diarrea, crampi addominali, costipazione, eccetera – ma può portare anche a perdita di peso, astenia, affaticamento e carenza di vitamina B12, con anemia perniciosa ipercromica nelle infestazioni croniche che durano anni.

Anche l’opistorchiasi, zoonosi emergente causata dall’ingestione di larve di trematodi del genere Opisthorchis, è considerata una tipica parassitosi derivante dal consumo di pesce crudo d’acqua dolce (come la tinca e la carpa). Questo parassita si localizza nelle vie biliari senza causare specifici sintomi e  altre volte determinare dolori addominali (coliche biliari), difficoltà digestive, febbre, ittero ostruttivo, colecistite, colelitiasi, mialgia, cefalea, stanchezza, perdita di peso, eccetera.

Come evitare

L’azione più efficace per evitare i rischi derivanti dal consumo di pesce crudo è rappresentata dalle alte temperature applicate ai differenti prodotti ittici. Temperature superiori ai 60°C per almeno un minuto sino al cuore del prodotto delineano lo spartiacque tra la possibilità di infestarsi oppure no.

Carpaccio pesce
Carpaccio pesce

Molti studi hanno dimostrato che la marinatura attraverso metodi tradizionali non rappresenta un metodo sicuro per la bonifica del pesce infestato. Per lo stesso motivo sono inefficaci anche la tecnica del carpaccio e della tartare. Quindi in queste preparazioni risulta necessario un preliminare e adeguato abbattimento termico a basse temperature.

La salagione a secco può considerarsi un trattamento efficace contro le larve solo se si raggiungono elevate concentrazioni di sale e per lunghi periodi. Dunque, maggiore è lo spessore del pesce, o dei suoi filetti, più lunga dovrà essere la salagione

L’affumicatura a caldo – intorno ai 70-80°C per circa 3-8 ore –  se ben effettuata, riesce a determinare la morte delle larve, efficacia che non si raggiunge con l’affumicatura a freddo. Anche per il sushi e sashimi, è fondamentale il trattamento di abbattimento termico.

Fonte:adnkronos.com

I negozi Lego arrivano anche in Italia

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Il negozi della Lego arrivano anche in Italia.  Il Gruppo Lego annuncia – in accordo con la business company Percassi –  l’apertura dei primi negozi Lego Certified Store in Italia, che proporranno esclusivamente prodotti Lego. Entro l’estate 2016 sarà inaugurato il Lego Certified Store presso il nuovo centro commerciale di Arese, in provincia di Milano. Sara il primo di una serie di negozi, che saranno aperti nei prossimi anni su tutto il territorio nazionale.

Cosa potremo fare

I Lego Certified Store offriranno ai grandi e ai piccini una vera e propria immersione nel mondo Lego. Oltre a trovare un assortimento completo di tutti i prodotti dell’azienda danese, sarà  possibile vivere esperienze di gioco esclusive.

Lego
Lego Store

Potremo trovare anche il famoso mattoncino della Lego, identico al primo creato dall’azienda nel 1958 e tutt’ora compatibile con i mattoncini dei set attuali.

Fondato nel 1932 in Danimarca, Lego Group si occupa dello sviluppo della creatività dei bambini di tutto il mondo tramite il gioco e l’apprendimento.

Fonte: leganerd.com

Gli smartwatch di Guess by Marciano

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Guess ha presentato al CES 2016 – International Consumer Electronics Show –  una linea di orologi, metà cronografi e metà smartwatch, che conservano le linee fashion di moda distintive del brand.

La novità sono le caratteristiche che rendono questi orologi della Guess smart. Tra le varie funzioni c’è quella classica delle notifiche, che si possono filtrare intervenendo nelle impostazioni dell’app dedicata – compatibile con iOS e Android. L’orologio è dunque collegabile al cellulare tramite  il Blutooth.

Guess by Marciano
Guess by Marciano

Attraverso il microfrono, potremmo usare l’assistente vocale Siri o Google Now, per controllare le informazioni desiderate, mandare messaggi, fare chiamate e interagire in maniera più agevole con lo smartphone o attivare la fotocamera direttamente dall’orologio.

Gli smartwatch della Guess sono impermeabili e rappresentano il giusto compromesso tra chi desidera un orologio con delle funzionalità smart  – seppur limitate  – ma preferisce il classico orologio al polso. Lo stile  eccentrico della Guess non viene infatti stravolto. Quanto costa?   si parte dalle 379 euro fino ad arrivare alle 500.

Guardiamo nel video la presentazione in anteprima degli smartwatch Guess.

Fonte: mobile.hdblog.it

 

Come sbiancare i tuoi abiti con metodi naturali

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Quante volte vi sarà capitato di fare una lavatrice e ritrovarvi il bucato con lo stesso bianco di prima (un pò ingiallito o ingrigito).  Per migliorare i risultati, è assolutamente necessario dividere i bianchi da tutto il resto del bucato, ed effettuare un’ordinaria pulizia della lavatrice – da muffe e calcare, che  possono contribuire all’opacità dei capi bianchi.

Se i capi sono molto macchiati, occorre fare trattamento preventivo e il prelavaggio oppure  si può procedere infilando il bucato in lavatrice, ma senza riempire il cestello. In questo modo il lavaggio sarà molto più efficace se la lavatrice è riempita solo per metà.

Rosa e bianco
Sbiancare un capo

In base alla resistenza dei capi, scegliete un programma di lavaggio dai 60° in su – 90° solo se lo sporco è resistente.  Non esagerate invece con le dosi di detersivo e di ammorbidente, perché non è assolutamente necessario. Provate ad aggiungere alcuni elementi naturali ad essi.

L’aceto di vino bianco per esempio oltre a fungere da ammorbidente agisce come smacchiatore, ed è ottimo per un ammollo pre-trattamento.  Un cucchiaio di bicarbonato di sodio aggiunto al detersivo migliora invece le prestazioni del detergente oltre a disinfettare, Inoltre,  mantiene le fibre bianche più a lungo.

Se volete trattare a mano un capo particolarmente delicato, immergetelo in una bacinella d’acqua in cui avrete disciolto il succo di due limoni e una manciata di sale grosso. Non utilizzare la candeggina perché tende ad ingiallire le fibre.

Fonte: stile.it

5 trucchi per insegnare ai bambini come pulire il culetto

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Insegnare al propio bambino (o bambina) l’utilizzo del vasino è un’impresa ardua. Insegnare poi a pulirsi il culetto è ancora più difficile. Per far sì che i vostri figli riescano ad essere autonomi il prima possibile, seguite questi 5 suggerimenti.

I passaggi

1. Spiegare perché lo dobbiamo pulire

Il bambino ha bisogno di sapere come prendersi cura della propria persona, ma è importante spiegargli i perchè.  Deve sapere che pulire il culetto serve per la sua igiene e per eviatare il “puzzo” o i possibili bruciori alla pelle. Inoltre, al bambino va spiegato che, una volta passata la carta igienica sul di dietro, deve poi lavarsi le mani.

2. Fare una dimostrazione tecnica corretta

Per indirizzare il vostro bambino sulla strada giusta ad aiutarlo, spiegate che cosa deve fare.  Dire dunque quanta carta deve usare, come deve strofinare e sciacquarsi con l’acqua alla fine. Potete fare una dimostrazione utilizzando ad esempio un orsacchiotto.

bambino
Bambina con la carta igienica

3. Spiegare come si utilizza la carta igienica

E’ importante che il vostro bambino capisca che deve usare la carta igienica tra le due natiche e non all’esterno. Inoltre dobbiamo specificargli che una volta sporcata la carta, deve prendere un altro pezzettino – per 2/3 volte. Ditegli inoltre che quando avrà finito con la pulizia, dovrà tirare lo sciacquone.

4. Provare con le salviette umide

Per facilitare l’opera dei vostri figli, potete dargli delle salviette umide con le quali riusciranno più facilmente a pulire il culetto. Questo lo potete fare in una fase iniziale, dopodichè dovranno abituarsi alla carta igienica tradizionale.

5. Incoraggiare il bambino

Per incoraggiare ad imparare la tecnica di pulizia, potete aiutare il bambino mettendogli tutto a disposizione. In questo modo, lo lascerete ragionare da solo su cosa deve fare. Lasciate dunque le salviettine in bagno su uno sgabellino –  da cui vostro figlio possa riuscire a prenderle da solo. Mettere un asciugamano  e il sapone vicino al lavandino. Infine, tutte le volte che hanno pulito il sederino e le mani per bene,  non risparmiatevi con i complimenti!

 


Come mettere gli oggetti nella borsa per ritrovarli subito (video)

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La borsa è il nostro universo, ci accompagna tutti i giorni e difficilmente ne possiamo fare a meno. Ci mettiamo dentro di tutto, dal cellulare ai trucchi, dall’agenda alle chiavi e non solo. Spesso finiamo per rimpire le nostre borse fin troppo – specialmente se sono grandi – da non riuscire poi a trovare subito quello che ci serve.

Ecco un video che può aiutare a raccogliere qualche idea. La ragazza vi mostra alcuni modi per organizzare la borsa di tutti i giorni, suddividendo gli oggetti in base all’uso. Vediamo!

Come trasformare i leggings in un top: il video

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Se i pantaloni e le gonne a vita alta sono la vostra passione, dovete assolutamente scegliere il top per una abbinamento perfetto. Se vi piace aderente, ma non riuscite a trovare quello che vi piace, potete anche riuscire a crearne uno da sole.  Come? Utilizzando un vecchio leggings! Ecco come dovete fare.

Nel video tutorial vediamo come è semplice tagliare il leggings e ricavare il top. Il primo che realizza è molto semplice, il secondo è un pò più rifinito – morbido sulle spalle –  ma con un piccolo aiuto riuscirete a creare senz’altro anche questo modello! Proviamo.

Come fare gli involtini primavera fatti in casa

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Buoni per ogni stagione, gli involtini primavera sono per noi italiani il cibo cinese per eccellenza.
Negli anni di liceo involtino + riso alla cantonese era il cibo esotico che andava per la maggiore.
Oggi il fritto non lo mangio quasi mai, ma ho voluto provare a fare questi involtini in casa e il sapore è proprio quello anche se homemade!

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Involtini primavera con cavolo cappuccio, carote e scalogno

Tempo di preparazione:

30 minuti

Tempo di cottura:

15 minuti

Dosi per:

4 persone

Occorrente:

mattarello, pentola antiaderente

Ingredienti per l’impasto:

70 gr di farina di riso
80 gr di farina zero
80 ml acqua

Ingredienti per il ripieno:

3 carote
¼ di cavolo verde
1 cipolla piccola/scalogno
salsa di soia q.b.
2 cucchiai olio evo
1 pizzico di sale
olio semi girasole bio q.b.
salsa di soia q.b.

Procedimento:

Questi involtini non sono difficili da preparare: per prima cosa mescoliamo le farine con l’acqua, versandola poco alla volta fino a ottenere una palla molto morbida. Lasciamola riposare 10 minuti in frigorifero.
Nel frattempo facciamo cuocere le verdure in una pentola antiaderente con due cucchiai di olio extra vergine di oliva, tagliamo prima la cipolla molto finemente e aggiungiamo dopo due minuti il cavolo e infine la carota tagliats a julienne. Aggiungiamo un goccio di acqua e un pizzico di sale.

Trascorsi 10 minuti, le verdure staranno cuocendo e potremo formare la base degli involtini: formiamo delle palline di 2 cm circa e stendiamole molto finemente, aiutandoci con dell’altra farina di riso se l’impasto risulta troppo molle.

Al centro di ogni cerchio posizioniamo le verdure e chiudiamo i 4 lembi.
Ora andranno fritti con dell’olio di girasole, scegliendone uno biologico di buona qualità.
Anche se non completamente immersi nell’olio come al ristorante cinese, ma solo rosolati nella padella, gli involtini primavera verranno benissimo!

Vi sarete accorti che di sale ne abbiamo utilizzato molto poco, potreste anche ometterlo del tutto perchè l’involtino andrà servito con la salsa di soia che è decisamente salata soprattutto se la userete a ogni morso!

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Involtini di farina di riso accompagnati da salsa di soia

Tutti i segreti del lievito alimentare o parmigiano vegano

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Vegetariani, vegani e alimentaristi anonimi, unitevi! Quello che stiamo per presentare è un ingrediente efficace e molto utile alla nostra alimentazione. Il lievito alimentare.
Di lievito orami in cucina e in cosmesi se ne parla in tutte le salse, magari perché abbiamo riscoperto antichi piaceri e siamo diventati nostalgici dei sapori che ci riportano alla spensierata infanzia.
Del resto, le attuali tendenze e abitudini alimentari, ci stanno conducendo verso nuovi orizzonti e tutti noi siamo diventati più curiosi quando si tratta della nostra alimentazione. Non sono solo sperimentazioni, perché quello che assaggiamo se ci piace diventa immediatamente parte della nostra dieta, intesa come abitudine.

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Il lievito alimentare.

Il lievito alimentare: cos’è

Se non lo avete mai visto, il lievito alimentare è secco. Lo trovate in vendita sotto forma di scaglie, di un colore giallino. Non è più un prodotto di nicchia, quindi lo trovate facilmente un po’ dappertutto e non è particolarmente caro. Questa tipologia di lievito non è quella che di solito compriamo in bustine per fare i dolci o il pane, anzi!
Non è assolutamente adatto alla panificazione. Va invece mangiato crudo come sostituto dei latticini. Se siete celiaci, non preoccupatevi, è senza glutine. Controllate sempre prima l’etichetta.

Lievito alimentare: i pro

Il lievito alimentare in scaglie contiene proteine, fibre, ferro e le vitamine del gruppo B, specie la B12 fondamentale al nostro fisico e soprattutto è la vitamina di cui tutte le persone che non mangiano carne sono carenti. Se ne assumete dai 3 ai 6 cucchiaini al giorno regolarmente, aiuta l’attività intestinale e potrete vedere i suoi effetti benefici anche sulla crescita dei capelli, delle unghie e sulla bellezza della pelle. Mica male!
Non contiene grassi, ma solo una forte presenza di carboidrati, proteine e fibre.

Data anche l’estetica a scaglie e i valori nutrizionali, i vegani lo usano al posto del formaggio grattugiato per condire la pasta, le zuppe, le verdure. Erroneamente (o affettuosamente) viene chiamato “parmigiano vegano”.

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Il parmigiano vegano.

Non solo per i vegani, ma per tutti quelli che amano mangiare senza grassi, il lievito alimentare è un ottimo condimento e si sposa benissimo con qualsiasi pietanza. Esistono tantissime ricette. Perciò se amate cucinare e sperimentare, fatevi sotto!
Per darvi qualche suggerimento e stuzzicare un po’ la vostra creatività: potete fare delle creme spalmabili per il pane o le gallette, nei piatti piccanti come il cous cous, nel tofu strapazzato, sui pop-corn, nelle insalate

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Il lievito alimentare in scaglie.

Lievito alimentare: i contro

I fattori negativi sono molti di meno rispetto ai positivi, ma ci sono comunque alcune importanti eccezioni che vanno elencate.
Ricordate la dose consigliata? Beh è molto importante perché se si eccede si possono verificare reazioni dovute a intolleranza ai lieviti.

Se inoltre soffrite di candida o avete episodi recidivi di malessere e disturbi dovuti alla proliferazione di questo fungo, non è consigliata l’assunzione, poiché tutti i lieviti vanno a nutrire la candida e quindi la moltiplica, provocando una serie di fastidi. Che sarebbe sempre meglio evitare!
Per finire, se siete già intolleranti ai lieviti, per quanto possa sembrare cool e di tendenza, evitate di consumare questo alimento. Ne troveremo sicuramente un altro che fa al caso vostro!

Cosa significa la i di iPhone?

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Perché tutti i prodotti di casa Apple iniziano con la famosissima “i” minuscola? E’ un dettaglio che sicuramente non è passato inosservato, dall’iMac all’iPhone, passando per altri gioiellini tecnologici come l’iPod e l’iPad. Ma vi siete mai chiesti per qualche motivo Steve Jobs e il suo team ha pensato di lanciare sul mercato prodotti che iniziassero tutti con questa vocale? E’ presto svelato il perché e a dirlo è stato proprio lui, l’uomo che ha cambiato per sempre il nostro modo di comunicare.

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Tutto è iniziato con l’iMac

Quando Steve Jobs presentò il primo iMac, la i davanti al nome del prodotto che stava lanciando sul mercato stava a indicare “Internet”: un’abbreviazione per intendere il primo “internet Macintosh” ideato, prodotto e venduto dalla Apple.

L’iMac non è rimasto l’unico prodotto con questo nome: sono venuti l’iBook, l’iPhone, l’iPod, l’iPad e il significato di quella “i” è rimasto sempre lo stesso, anche perché tutti i dispositivi in questione sono in grado di collegarsi alla rete internet.

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La “i” sta semplicemente per internet!

Con il passare del tempo, però, la i è diventata più che altro un marchio di fabbrica, un simbolo per identificare tutte le creazioni tecnologie di casa Apple, anche perché nel frattempo internet si è diffuso così tanto che è ormai inutile sottolineare che un dispositivo si possa collegare alla rete: lo fanno praticamente tutti!

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